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Sull’andamento dei fondi pensione complementare (tra cui Telemaco)

Traggo spunto da un articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore a firma di Lo Conte, sintetizzandone alcuni punti per nostra informazione.

Le Borse azionarie registrano nel provvisorio 2023 buone performance: +2,2% i negoziali, +3% gli aperti +3,6% i Pip agganciati a polizze unit linked, mentre il Tfr si rivaluta dell’1,5. Nel 2022 era andato molto peggio, con il crollo simultaneo di azioni e obbligazioni che hanno prodotto un saldo negativo pesante per le gestioni previdenziali, che avranno bisogno di anni per recuperare

Se le azioni sono andate bene, le obbligazioni soffrono, causa rialzo dei tassi delle banche centrali, e frenano le performance. Occorre riflettere per ripensare il portafoglio dei fondi pensione, ancora troppo sbilanciato sui bond e poco sulle azioni, che nel lungo termine sono lo strumento più idoneo a fare previdenza.

La sfida è con il Tfr? Le linee obbligazionarie miste, le bilanciate e le azionarie, a dieci anni rendono più del Tfr nonostante l’impennata della rivalutazione del trattamento di fine rapporto negli ultimi due anni, causa inflazione e il parallelo andamento negativo dei bond.

Per chi è particolarmente vantaggiosa l’adesione e per chi lo è meno?

Le performance costituiscono solo uno dei fattori da considerare per impostare una strategia previdenziale.

Sicuramente chi andrà in pensione nei prossimi cinque anni circa vede interrotta la crescita dei suo contributi da tre anni ad oggi.

È improvvido fare congetture e previsioni ma di certo chi ha più anni di distanza dal momento del pensionamento ha maggiori opportunità di far valorizzare al meglio le potenzialità dell’adesione alla previdenza complementare

E’ auspicabile che il governo rafforzi il sistema del secondo pilastro (la pensione complementare) e renderlo più efficiente.

Statistiche Pensione Complementare

Dalla relazione Covip sui fondi pensione relativa al 2022 stralcio alcune informazioni presumo (non si tratta solo di Telemaco ma di tutti i fondi pensione complementare)

Rendimenti e prestazioni

Su un orizzonte temporale di dieci anni (da inizio 2013 a fine 2022), tuttavia, il rendimento medio annuo composto, al netto dei costi di gestione e della fiscalità, è stato pari al 2,2% per i fondi negoziali, al 2,5% per i fondi aperti, al 2,9% per i PIP di ramo III e al 2% per le gestioni di ramo I; nello stesso periodo, la rivalutazione del TFR è risultata pari al 2,4% annuo. Però bisogna tener conto che oltre alla guerra in Ucraina e la pandemia che hanno inciso negativamente sui rendimenti, si ottengono benefici fiscali oltre ai soldi versati dall’azienda che rappresentano comunque un ulteriore guadagno che questa statistica giustamente non riporta

Relativamente a Telemaco ecco alcuni dati statistici

Valori di quota Telemaco

Dalla Relazione COVIP alcune statistiche

Le 332 forme pensionistiche si compongono di 33 fondi negoziali, 40 fondi aperti, 68 piani individuali pensionistici (PIP) e 191 fondi preesistenti

Le forme complementari totalizzano 9,2 milioni di iscritti (+5,4%). In percentuale delle forze di lavoro, gli iscritti ai fondi pensione sono pari al 36,2 per cento. Gli iscritti ai fondi negoziali sono 3,7 milioni (+9,9%).

Tra gli iscritti, il 38,2% sono donne, così come 5 anni fa.

Il 48,9 per cento degli iscritti ha età compresa tra 35 e 54 anni e il 32,3 per cento ha almeno 55 anni

La maggior parte degli iscritti è situata nelle regioni del Nord, con il 57,1%

I contributi annuali versati dalle donne sono inferiori del 20 per cento circa rispetto a quelli degli uomini. I giovani al di sotto dei 35 anni hanno una contribuzione pro capite inferiore di circa il 40 per cento rispetto a quella delle fasce di età centrali (35-54 anni) in pratica guadagnano e versano di meno (nda)

Il 54,6 per cento del patrimonio, in obbligazioni governative e altri titoli di debito. Il 15,4 per cento sono titoli del debito pubblico italiano e il 21,7 per cento titoli di altri Stati; i titoli di debito di emittenti diversi dagli Stati sono il 17,5 per cento.

Relativamente ai costi, per i fondi pensione negoziali, su un orizzonte temporale di dieci anni, l’Indicatore Sintetico dei Costi (ISC) è pari allo 0,47 per cento. Per i fondi pensione aperti, esso è dell’1,35 per cento. Per i PIP, lo stesso indicatore è in media del 2,17 per cento

Bonus Occhiali

Bonus occhiali, come fare domanda | Altroconsumo

I membri delle famiglie che hanno Isee inferiore a 10 mila euro, possono ora ottenere *un contributo una tantum di 50 euro per l’acquisto di occhiali o lenti a contatto*

La misura prevede un rimborso per chi ha già effettuato l’acquisto (a partire dal 1° gennaio 2021) almeno fino alla pubblicazione dell’apposita piattaforma ministeriale; dopo quel momento sarà possibile richiedere un voucher da usare per acquisti fino alla fine del 2023.

Purtroppo, il Ministero della Salute di concerto con quello delle Finanze ci hanno messo quasi due anni a emanare il decreto che lo rende operativo e che permette il recupero di quanto già speso.

Il bonus viene garantito a ognuno dei componenti del nucleo familiare indicato nell’Isee, anche se nel periodo di valenza, cioè dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2023 può esser richiesto una sola volta ciascuno.

Entro la fine del 2022 il Ministero della Salute metterà a disposizione una piattaforma sul proprio sito attraverso la quale sarà possibile, previa registrazione tramite Spid, Cie o Cns chiedere l’erogazione del voucher da 50 euro

Sarà possibile ottenere il rimborso per gli acquisti effettuati a partire dal 1° gennaio 2021 e fino al giorno precedente a quello di pubblicazione della piattaforma del ministero della Salute, che erogherà i voucher per i nuovi acquisti

Attenzione però alle spese sostenute nel 2021 e per le quali si è ottenuto le relative detrazioni d’imposta; per chi ha sostenuto la spesa nel 2022 o la sosterrà nel 2023 consigliamo di annotare sulla fattura o sullo scontrino l’ottenimento del bonus, così da ricordarsi, in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi di scorporare il bonus dal totale della spesa sostenuta e non inserire i 50 euro tra le spese mediche su cui calcolare la detrazione.

Quale società per noi ed i nostri figli?

Siamo in una fase delicatissima della società italiana ancor più nel settore tlc (che ha bruciato 12 miliardi di euro di ricavo in questi ultimi anni e che resta un servizio fondamentale per i cittadini e le aziende; dunque un prodotto che ha un valore ed una utilità ma non pagato adeguatamente).

Ad una scelta democratica e legittima ma conservatrice, liberista e populista dei relativamente pochi elettori italiani, si perpetra l‘assenza di chi deve mettere al centro delle attenzioni il lavoro, ma visto dal punto di vista dei lavoratori, che dovrebbe:

  • parlare alla società debole
  • discutere e concretizzare welfare,
  • dare una prospettiva per chi non ha nulla ed è destinato allo sfruttamento
  • affermare e sostenere l’interesse pubblico e collettivo
  • proporre il riscatto sociale, culturale ed economico di enormi fasce della popolazione

Al sindacato il compito fondamentale di agire da corpo intermedio per rappresentare gli interessi dei lavoratori, senza veti e pregiudizi, ma con i distinguo necessari, con coerenza e trasparenza, proponendo soluzioni comprensibili ai lavoratori e soprattutto credibili.

Il lavoro non è più visto come uno strumento di riscatto, di miglioramento individuale e collettivo, ma come sfruttamento, mera sopravvivenza.

Il sindacato è visto da molti ed impropriamente, come gruppo elitario, l’ennesima parte del potere che si autoalimenta, che è autoreferenziale che sfrutta la propria forza  per favorire i propri interessi. Non è vero se non in minima parte, ma abbiamo la necessità di cambiare questa distorta visione e lo si fa mettendoci la faccia, stando tra la gente, prendendo schiaffi ed appalusi.

Ad una popolazione più acculturata sulla carta ma molto più manovrabile e populistica bisogna presentarsi con comportamenti coerenti, agendo con chiarezza, proponendo un ambizioso progetto di società del lavoro, dell’assistenza, dell’integrazione, della solidarietà.

Ma quali sono i valori espressi dalla CGIL? Sono negoziabili? Sono ancora credibili? In essi IO credo ma perché i diritti non sono estesi a tutti?

  • Perché ci sono indistintamente lavoratori che in base ad un CCNL oppure ad un contratto di lavoro hanno di più rispetto ad altri in termini di diritti?
  • Perché ci sono forti differenze sui DIRITTI (malattia, ferie, ROL, assenze, ma anche ticket, assistenza, ecc) tra gli operatori principali e le ditte appaltatrici? ed a loro volta con i subappalti?

Diciamo NO all’evidente frattura generazionale e contrattuale, tra padri e figli tutelati diversamente, tra false partite iva e dipendenti, tra Full Time e Part Time.

Può mai essere accettabile un Part Time (non volontario) per tutta una vita lavorativa? E con quale presente e soprattutto futuro pensionistico?

La via maestra è però quella più vecchia, ascoltare la base ma con modalità nuove, più interattività, coinvolgendo le persone

Intercettare le persone in difficoltà e lo si fa con l’ascolto ma le soluzioni si forniscono con la competenza attraverso l’organizzazione dei servizi, delle strutture

Dobbiamo ascoltare e lavorare per una nuova stabilità nel settore, per garanzie verso chi non ha più giovane età e nei riguardi di chi si avvicina al lavoro

Bisogna:

  • Rinnovare il ccnl tlc è fondamentale così come rafforzare il fondo bilaterale di solidarietà
  • Rafforzare assistenza sanitaria nelle aziende
  • Potenziare Telemaco che non sia visto come un’appendice del lavoro sindacale ma come uno strumento per salvaguardare il tenore di vita in pensione.
  • Un cambiamento di ruoli e di persone nel sindacato ma anche nell’intera società italiana è necessario, sempre auspicato ma raramente esercitato, a tutti i livelli, soprattutto dirigenziali. Troppi nepotismi, figli, fratelli che sono in determinati posti solo per la conoscenza e non per la competenza.

Troppi livelli di subappalto, troppi livelli di affidamento lavori, dunque perpetrare lo sfruttamento.

La concorrenza non solo impoverisce il lavoratore dell’azienda “operatore” ma determina prezzi più bassi verso gli appaltatori che a loro volta ricorrono a ditte i cui lavoratori “hanno meno diritti” rispetto ad altri e meno stipendio. Ecco il dumping salariale e dei diritti

La trasformazione digitale richiede formazione, quella seria e non quella utilizzata come ammortizzatore sociale, come un viatico per incassare soldi e dunque abbassare il costo del lavoro.

Una riqualificazione inefficiente ed inefficace sposterà il problema in avanti di qualche anno ma poi ci sarà presentato il conto ma le scappatoie saranno poi finite salvo trovare qualche altro ammortizzatore sociale che prolunga l’agonia.

La guerra dei prezzi, la digitalizzazione e lo stallo dovuto alla rete unica stanno ulteriormente mettendo in difficoltà un intero settore che sta vivendo una profonda crisi economica ma soprattutto di trasformazione e che non può vedere i lavoratori come vittime sacrificate e sacrificabili in nome degli interessi economici.

Il Parlamento legiferi contro il Jobs Act sui licenziamenti illegittimi

Ho avversato il Jobs Act nella sua interezza perchè, seppur ci siano alcuni spunti interessanti (sugli ammortizzatori sociali) ha precarizzato ancora di più il mondo del lavoro, rendendolo ancor più iniquo ed ingiusto, con sempre più precari.

Se aggiungiamo una classe politica che non legifera perchè intrappolata nei propri interessi divergenti, assistiamo all’ennesima decisione giuridica che invita il Parlamento a decidere.

Non solo sul “fine vita”, argomento importantissimo e colpevolmente snobbato dalla Politica, sulla riforma della legge elettorale, ma anche sul Jobs Act la Consulta, cioè la Corte Costituzionale

Dati del 2016

È indifferibile la riforma della disciplina dei licenziamenti, materia di importanza essenziale per la sua connessione con i diritti della persona del lavoratore e per le sue ripercussioni sul sistema economico complessivo con sentenza n. 183 depositata il 22 luglio 2022 

La Consulta invita il Parlamento a rivedere la norma, affermando che, in caso di inottemperanza, dovrà intervenire.

un sistema siffatto non attua quell’equilibrato componimento tra i contrapposti interessi, che rappresenta la funzione primaria di un’efficace tutela indennitaria contro i licenziamenti illegittimi“. “Il criterio incentrato sul solo numero degli occupati non risponde, dunque, all’esigenza di non gravare di costi sproporzionati realtà produttive e organizzative che siano effettivamente inidonee a sostenerli.”

Le prestazioni di Telemaco (agosto 2022)

Conoscere è importante per decidere del proprio futuro pensionistico, anche valutando i benefici economici di Telemaco.

Partecipare, chiedere, informarsi per poi scegliere in libertà se è lo strumento giusto per la propria pensione, per il mantenimento di un decente livello di vita

Le prestazioni di Telemaco del mese di Agosto 2022 sono negative, dopo il miglioramento registrato a luglio 2022 (Prudente= -1,896%; Bilanciato= -1,732%) rispettivamente con valore di quota di 20,7€ e 22,7€

Da inizio anno 2022 (quota al 31 gennaio 2022) abbiamo :

Prudente -6,335% e Bilanciato è -6,584%

Negli ultimi 3 anni le prestazioni del Prudente riportano +1,97% mentre Bilanciato è +5,581%

Negli ultimi 5 anni le prestazioni del Prudente riportano +6,154% mentre Bilanciato è +10,194%

Negli ultimi 18 anni (2004) le prestazioni del Prudente riportano +80,739% (la quota valeva €11,453 oggi invece vale € 20,7) mentre Bilanciato è +98,288% (la quota valeva €11,488 oggi invece vale € 22,7)

L’investimento a lungo termine (Telemaco) è utile per superare questo turbolento momento economico mondiale, anzi taluni vedono in questi cali un momento di accumulo quote a più basso prezzo con la speranza/auspicio che poi si rivalutino alla ripresa dei mercati mondiali.

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