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Ecco i 35 bonus da richiedere entro la fine dell’anno by collettiva.it
Foto:  pixabay, pexels.com

L’elenco degli incentivi messi a disposizione dal governo per aiutare i cittadini, sempre più alle prese con inflazione e caro energia

Alcuni tornano ogni anno come il bonus edilizia, altri sono alla loro prima apparizione, come il bonus psicologo. Sta di fatto che i numerosi incentivi previsti per l’anno in corso potrebbero disorientare molti cittadini, non permettendo loro di riuscire a godere di tutti gli aiuti a disposizione. I bonus da richiedere nel 2022 sono in tutto 35. Ecco l’elenco completo degli incentivi messi a disposizione dal Governo:

  • Bonus affitto giovani: per i cittadini tra 20 e 31 anni (da compiere) che vanno a vivere da soli, con un appartamento (o parte di esso) in affitto come abitazione principale, diversa da quella dei genitori. L’agevolazione è del 20% delle spese annue sostenute, fino a 2.000 euro
     
  • Bonus animali domestici: il massimale richiedibile per quest’anno è passato da 500 a 550 euro e consiste in una detrazione IRPEF al 19%. Perciò il bonus fiscale finale sarà di un massimo di 80 euro e potrà essere richiesto solo una volta
     
  • Bonus ascensori: offre l’opportunità di beneficiare di un risparmio fino al 75% per installazione di ascensori e montacarichi mirati all’eliminazione di ostacoli per disabili o per chi ha problemi di mobilità. Il bonus si potrà richiedere fino a dicembre di quest’anno
     
  • Bonus assunzioni giovani: scaduto il 30 giugno scorso, si trattava di un incentivo per i datori di lavoro che avessero assunto under-36
     
  • Bonus auto: Il decreto prevede 3 mila euro per l’acquisto di un’auto della fascia 0-20 g/km di CO2, a cui si aggiungeranno 2 mila euro in caso di rottamazione. Per le vetture fra 21 e 60 g/km, l’incentivo sarà di 2 mila euro più altri 2 mila in presenza di rottamazione. Terminati i fondi per la terza fascia, con emissioni tra 61-135 g/km, nella quale l’incentivo di 2 mila euro veniva erogato solo con la rottamazione di una automobile inferiore a Euro 5, di proprietà da almeno 12 mesi all’intestatario della nuova vettura acquistata (o a un familiare convivente)
     
  • Bonus bancomat: scaduta a giugno l’agevolazione fino a un massimo di 480 euro per professionisti e commercianti: un credito d’imposta per l’acquisto, l’affitto e l’uso del Pos
     
  • Bonus benzina: riduzione delle accise sui carburanti pari a 25 centesimi al litro (più 5 centesimi di Iva) e introduzione di buoni carburante fino a 200 euro. Per ottenere il bonus, erogato una sola volta e per un valore massimo di 200€, non è prevista la presentazione di alcuna domanda. Questa forma di welfare aziendale non è imposta dal governo: i buoni carburante inclusi nel bonus sono offerti ai dipendenti direttamente dalle imprese private in maniera volontaria
     
  • Bonus caldaia: per la sostituzione di un impianto per il riscaldamento della casa. Agevolazione pari al 110% se si sostituisce la caldaia e si fa un intervento trainante di ristrutturazione, al 65% se si cambia l’impianto con uno di classe A o di maggiore efficienza e al 50% per una caldaia di classe A senza valvole
     
  • Bonus condizionatori: l’agevolazione rientra nel bonus mobili ed elettrodomestici e anche nel bonus ristrutturazioni e prevede uno sgravio fiscale dal 50 al 65%.
     
  • Bonus cultura: 500 euro per gli studenti di 18 anni (nati nel 2003) attraverso la registrazione sulla piattaforma 18App
     
  • Bonus docenti: disponibile da settembre 2022, si tratta di un incentivo da 500 euro messo a disposizione degli insegnanti per l’acquisto di libri, riviste, corsi, biglietti per cinema e teatri, musei ed eventi
     
  • Bonus donne disoccupate: uno sgravio fino a 6 mila euro per i datori di lavoro che assumono lavoratrici disoccupate da almeno un anno. L’incentivo va da 12 mesi (per contratti a tempo determinato) a 18 mesi (per quelli a tempo indeterminato)
  • Bonus 200 euro: l’incentivo verrà erogato una tantum a una platea di 28 milioni di persone, lavoratori dipendenti, pensionati e disoccupati con redditi fino a 35mila euro, ma anche ai percettori del reddito di cittadinanza, stagionali e lavoratori autonomi
     
  • Bonus elettrodomestici: è pensato per tutti coloro che ristrutturano casa. Per poterne usufruire occorre che gli acquisti siano stati fatti entro il 31 dicembre 2024 e che gli interventi di ristrutturazione edilizia siano stati realizzati a partire dal 1°gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto dei beni. L’incentivo non è altro che una detrazione Irpef del 50% della spesa totale: quest’anno quindi il suo valore massimo sarà di 5mila euro, mentre nel 2023 e nel 2024 scenderà a 2.500 euro
     
  • Bonus facciate: per la riqualificazione delle case, corrisponde al 60% delle spese per i lavori
     
  • Bonus figli e famiglia: chi ha figli fino a 21 anni può richiedere l’assegno unico e l’importo dipende dall’Isee familiare, dal numero dei figli e dalla condizione lavorativa dei genitori
     
  • Bonus idrico: tale incentivo si può richiedere una sola volta, per un solo immobile ed è relativo alle spese sostenute dal 1 gennaio 2021 al 31 dicembre 2021 per gli interventi di miglioramento idrico, e avrà un limite di 1000 euro per ciascun soggetto che ne beneficerà
     
  • Bonus infissi: si tratta di una detrazione fiscale del 50% fino a un massimo di 60mila euro. Si può godere dell’incentivo come diminuzione delle tasse o come sconto in fattura da parte dell’impresa che svolge l’intervento
     
  • Bonus Internet: fino a 2.500 per abbonamenti a internet veloce, richiedibile entro il 15 dicembre 2022
     
  • Bonus matrimonio: un contributo a fondo perduto rivolto alle imprese del settore wedding, dell’intrattenimento, dell’organizzazione di feste e cerimonie e Horeca (hotellerie, restaurant e catering). A beneficiarne sono le aziende che nel 2020 hanno subito una riduzione di fatturato del 30% rispetto al 2019 a causa delle restrizioni dovute alla pandemia
     
  • Bonus mobili: una detrazione Irpef del 50% per mobili di case in ristrutturazione, con tetto massimo della spesa a 10mila euro
     
  • Bonus nido: contributo garantito ai  genitori di figli nati, adottati o affidati fino a tre anni d’età (compiuti nel periodo tra gennaio e agosto 2022) per le spese di frequenza dell’asilo nido oppure per spese di baby sitter presso la propria abitazione, in caso di bambini  che non possono frequentare l’asilo perché affetti da gravi patologie  e che compiono tre anni entro il 31 dicembre 2022
     
  • Bonus patente: contributo del 50% (fino a mille euro), riconosciuto fino al 30 giugno 2022 e destinato ai giovani fino a 35 anni, ai percettori di RdC o di reddito di disoccupazione che vogliono prendere la patente
     
  • Bonus prima casa Under 36: per i giovani che hanno acquistato una prima casa entro il 30 giugno 2022. Si tratta di un credito d’imposta per un importo pari all’Iva versata
  • Bonus psicologo: fino a 600 euro, si potranno pagare 12 sedute essendo in media 50 euro il costo di una seduta di psicoterapia presso uno specialista privato. Per accedere al sostegno i soggetti dovranno avere un Isee annuo inferiore ai 50mila euro. Si prevede quindi che il finanziamento riuscirà a soddisfare una platea di 16.000 persone. Ne abbiamo parlato qui
     
  • Bonus ristrutturazione: pari al 75%, la detrazione è destinata a interventi che non rientrano nel superbonus. 110%
     
  • Bonus scooter elettrici: aiuto del 40% fino a 4 mila euro con rottamazione, va chiesta alla concessionaria sul sito ecobonus.mise.gov.it
     
  • Bonus sociale: sconto applicato sulle bollette di luce e gas per nuclei familiari con Isee basso. Si riceve in automatico
     
  • Bonus Sud: sgravio del 30% dei contributi per le assunzioni a tempo indeterminato nel Mezzogiorno. Richiedibile fino al 30 giugno 2022
     
  • Bonus tende da sole: detrazione del 50% fino a 60 mila euro. Vale anche per le zanzariere. Leggi qui
     
  • Bonus trasporto pubblico: fino a 60 euro per studenti e lavoratori con reddito inferiore ai 35mila euro nel 2021 che utilizzano i mezzi pubblici
     
  • Bonus Tv: per l’acquisto di tv o decoder, applicato dal fornitore sul prezzo d’acquisto
     
  • Bonus verde: pari al 36% delle spese per la gestione del verde, utilizzabile entro il 2024. Limite di spesa di 5mila euro
     
  • Sismabonus: per l’acquisto di immobili in zone di rischio sismico, tetto di spesa di 96mila euro
     
  • Superbonus 110%: l’ecobonus 110% si riceve sotto forma di credito d’imposta detraibile in quattro anni. In alternativa, si ottiene tramite lo sconto in fattura o la cessione del credito. Entrambe le soluzioni consentono di realizzare i lavori praticamente a costo zero

Articolo pubblicato su https://www.collettiva.it/copertine/italia/2022/08/03/news/35_bonus_2022_affitto_giovani_animali_domestici_ascensori_assunzioni_auto_bancomat_benzina_caldaia_condizionatori_psicologo_-2273529

Assocontact “Troppe limitazioni alla libertà d’impresa”

Articolo letto e pubblicato su http://www.corrierecomunicazioni.it/tlc/16673_call-center-assocontact-troppe-limitazioni-alla-liberta-di-impresa.htm

 L’associazione giudica negativamente l’emendamento al Dl Sviluppo che elimina i benefici fiscali per le aziende che delocalizzano: “Regole in contraddizione con la normativa comunitaria”

di Federica Meta

Assocontact scende in campo contro l’emendamento al Dl Sviluppo secondo cui i call center che delocalizzano le attività verso paesi esteri non potranno godere di benefici fiscali e contributivi da parte del nostro Paese.

Secondo l’associazione “le limitazioni che il testo tende ad introdurre sulla possibilità di svolgere attività di call center all’estero suscitano contrarietà come considerazione generale, in quanto a nostro parere qualunque limitazione alla libertà di impresa non può essere da noi accolta favorevolmente, ma anche sotto un profilo strettamente giuridico”. Inoltre il provvedimenro appare “in palese il contrasto con i principi di libera circolazione comunitaria della “sanzione” sugli incentivi ex l. 407/90”.

Assocontact solleva dubbi anche sulla parte relativa al trattamento dei dati personali (il provvedimento impone alle aziende che operano all’estero di comunicare ai cittadini-clienti il paese in cui sono stati trasferiti i dati sensibili): “la normativa italiana e comunitaria costituivano già idonea garanzia per i consumatori non apparendo quindi necessario un intervento specifico del legislatore su tale materia”.

Perplessità, infine, anche sull’efficacia generale del “precetto normativo in termine di sostegno all’occupazione , considerato anche che in altri settori si assiste ad un diverso bilanciamento delle attività domestiche rispetto a quelle estere, in assenza di un quadro regolamentare così invasivo rispetto alla libertà d’impresa costituzionalmente garantita”. Un giudizio positivo viene invece espresso sul tema delle collaborazioni coordinate e continuative utilizzate per le attività di vendita Outbound che l’emendamento stabilisce siano regolate mediante la definzione di contratti nazionali. “Si tratta un importante passo avanti perché permette di preservare più di 35.000 posti di lavoro, eliminando aree grigie di incertezza interpretativa, e rappresenta il completamento del processo di industrializzazione del settore iniziato nel 2006″

Assocontact riconosce l’attenzione mostrata dal legislatore nei riguardi del settore che rappresenta oltre 80.000 addetti di cui il 70% donne ed il 80% giovani al primo impiego, pur ritenendo necessario che il percorso di dialogo con il Governo e le parti sociali continui nel tempo e non si interrompa con il licenziamento del testo relativo alle misure urgenti per la crescita del Paese – conclude la nota – L’obiettivo dell’Associazione rimane infatti lo sviluppo del settore e la sua definitiva trasformazione in una vera e propria industry di servizi altamente qualificati, professionalizzanti e ad alto valore aggiunto”.

L’emendamento invece ha incassato il parere favorevole dei sindacati. “Finalmente è riconosciuto il diritto del cittadino-cliente di essere informato sul luogo fisico in cui saranno gestiti i suoi dati personali consentendogli di opporre un rifiuto al trattamento di dati in paesi diversi dall’Italia – dice Emilio Miceli, segretario generale Slc Cgil – E’ un emendamento che incoraggia a proseguire nella battaglia contro il mercato nero dei database di dati sensibili”. Inoltre “per la prima volta, si sancisce il principio che le aziende che delocalizzano le attività verso paesi esteri non potranno godere di benefici fiscali e contributivi da parte del nostro Paese”.

Si tratta, precisa Miceli, “di poche e chiare regole, peraltro già introdotte in altri paesi occidentali, a partire dagli Stati Uniti, per portare trasparenza in un settore in cui i cittadini ed i lavoratori rischiano che il proprio profilo personale sia subordinato a un sistema tutto incentrato sul profitto

La norma, inoltre, consente di dare una speranza per il futuro di migliaia di donne e uomini, soprattutto giovani, che lavorano dentro i call center, spesso meridionali che non hanno altre opportunità, ma che in questi anni hanno potuto costruirsi una famiglia e vivere decentemente. Con questo emendamento, infine, si aiutano le aziende di call center a non cedere alla tentazione di abbandonare le aree più depresse del paese per localizzarsi in paesi dove non vigono nè diritti né regole”.

Contratto TLC: è rottura

Riporto il comunicato del Comitato di Settore dopo la riunione del 22-6-2012 e che ha confermato le profonde divisioni tra le controparti.

E’ necessario che ora i lavoratori facciano sentire la propria voce, che difendano i propri diritti e che facciano capire alle controparti che non è delocalizzando o esternalizzando o, peggio, impoverendo i lavoratori economicamente o dal punto di vista delle tutele che miglioreranno la propria condizione di azienda, anzi.
Ed il Governo deve fare la sua parte, non difendendo se stesso (questo è un governo che spalleggia i più forti, composto da cosiddetti tecnici che appartengono al mondo imprenditoriale e datoriale) ma i cittadini, i lavoratori.

Documento Conclusivo
Comitato di Settore Unitario delle Telecomunicazioni

Il giorno 22 giugno 2012 si è riunito il Comitato di Settore unitario delle Telecomunicazioni di Slc Cgil, Fistel Cisl e  Uilcom Uil per analizzare lo stato della trattativa per il rinnovo del contratto di settore scaduto lo scorso 31 dicembre 2011.

Il Comitato di Settore approva la relazione introduttiva e le conclusioni assumendo i contributi emersi durante il dibattito.

In particolare, il Comitato di Settore esprime forte preoccupazione per lo scenario determinatosi e ribadisce la necessità di realizzare una svolta nel negoziato per raggiungere, in tempi brevi, il rinnovo del contratto.
Va respinta l’idea di produrre una rottura dell’assetto contrattuale, nell’idea che relegare il settore dei Customer in un contratto più povero possa consentire risparmi economici alle aziende committenti. Tale visione, miope e anacronistica finalizzata a “balcanizzare” il settore dei customer, va respinta con forza rilanciando il valore del contratto unico quale strumento di regolazione dei processi produttivi ed elemento anti dumping nella competizione commerciale.

E’ evidente, infatti, che la definizione di due contratti determinerebbe le condizioni per produrre forti processi di disgregazione delle imprese di telecomunicazioni nella ricerca spasmodica del contenimento dei costi.
Appare incomprensibile, a sei mesi dalla scadenza, che non si sia ancora definito l’accordo di rinnovo, lasciando decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori senza il doveroso recupero del potere di acquisto delle retribuzioni in un momento in cui la crisi economica richiederebbe nuovo slancio ai consumi interni.
Il Comitato di Settore impegna le Segreterie Nazionali e la delegazione trattante a realizzare un accordo di rinnovo basato sui contenuti della piattaforma e che comprenda, ineludibilmente, i seguenti aspetti principali:

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Wind: Il confronto riparte (11-6-12)

In attesa del comunicato nazionale riferito all’incontro di oggi inerente il progetto di esternalizzazione della rete, alcune considerazioni personali spero utili e comunque utili per un confronto tra noi.

Prima però un preambolo che non c’entra con la riunione ma importante e riguarda il mercato TLC … Telecom e Metroweb, sotto l’egida del Governo stanno facendo prove di dialogo per giungere ad una soluzione che faccia sviluppare la banda larga e soprattutto crei le condizioni paritetiche tra operatori di telefonia.

Torniamo alla riunione odierna ……

In effetti i recenti cambi al vertice  (Ibarra e Mongardi) hanno dato un approccio diverso all’incontro, almeno rispetto agli ultimi incontri e soprattutto all’ultimo anno. Non più “si parte dal progetto di esternalizzazione per migliorarlo” (Mongardi) ma “il progetto è fermo“. Insomma si entra nel merito delle proposte e non più “ditemi qualche miglioria”.  E’ cambiato il clima …. non so se cambierà anche il futuro, ma ora  partiamo da un confronto paritetico.

Ufficializzato nella pratica il rientro di Luciano Sale (che indubbiamente conosce l’azienda e conosce “le relazioni sindacali”), l’incontro si è svolto in un clima guardingo ma sereno.

I cambi al vertice hanno un significato politico che non può essere sminuito, che va tenuto in considerazione.

Anche “il tempo trascorso” è stato ben utilizzato, a mio avviso, per cercare di tessere relazioni tra le parti dopo la frattura alla presentazione del piano industriale, presso il ministero. Spesso sbraitare può affascinare ma non porta a nulla.

La notizia importante è il fermo del progetto di esternalizzazione e soprattutto che non c’è nessuna lettera per il 27-7-2012” (termine ultimo del cosiddetto lodo ministeriale).

Riprenderanno gli incontri tecnici per efficientare ed ottimizzare la rete (si ri-inizia il 18 giugno) mentre l’azienda sta studiando da qualche giorno gli efficientamenti anche in altri settori aziendali.

Sia ben chiaro che le proposte che si discuteranno, se condivise ed accettate tra le parti e dai lavoratori, dovranno far parte di un unico e complessivo confronto, ovvero non si parte con l’efficientamento se prima non si dichiara per iscritto che il “perimetro occupazionale” (cioè i dipendenti) resta inalterato. Disponibili a fare sacrifici (ma questo lo valutiamo insieme), personalmente credo che per evitare l’esternalizzazione il confronto deve essere accettato, discutendo delle proposte avanzate dall’azienda e valutarle, migliorarle e poi decidere, senza svenderci ,ma facendo utili e lungimiranti cambiamenti (ma restando TUTTI DENTRO l’AZIENDA)

I temi, inerenti la rete, sono tanti, numerosi ed in qualche modo si erano anche intuiti (orario lavoro, reperibilità, wfm, centri gestione, processi operativi, ecc).

Valuteremo se è necessario altro tempo x l’analisi, andando anche oltre il 27 luglio 2012. Il “tempo” è importante, non ci faremo portare per le lunghe, ma non bisogna affrettarsi inutilmente, se non necessario. Il clima, ribadisco, a mio avviso è mutato anche se bisogna sempre essere vigili. C’è la disponibilità a lavorare anche luglio ed agosto, quindi.
Confrontiamoci in tutte le modalità possibili per rendere questo processo di efficientamento una reale e concreta possibilità di “fare azienda” in maniera diversa dalla prassi del settore.

Vodafone e Wind studiano la «fuga» – Il Sole 24 ORE

Vodafone e Wind studiano la «fuga» – Il Sole 24 ORE.

Il mercato TLC è in continuo fermento o evoluzione come direbbe qualcun altro.
Mi preoccupo principalmente del ritorno professionale per i lavoratori, del mantenimento anzi della crescita dei posti di lavoro ben consapevoli che le sfide ovvero i cambiamenti del mercato del lavoro vanno affrontati ben consci e consapevoli del proprio ruolo, della propria condizione ovvero di lavoratore.

Ecco l’articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore.

Scacco a Telecom Italia sulla banda ultralarga. Mentre la Cassa depositi e prestiti, quindi il ministero dell’Economia (quindi il Governo italiano) ha scelto con decisione il progetto delle reti internet superveloci di Metroweb al posto di quelle dell’ex monopolista della telefonia (si veda l’articolo sopra), anche sul fronte dei clienti-concorrenti le prossime mosse all’orizzonte potrebbero risultare un boccone amaro per il gruppo guidato da Franco Bernabè e Marco Patuano. Vodafone e Wind, per quanto riguarda tutta l’infrastruttura della telefonia fissa (quindi rispettivamente con Teletu e Infostrada) starebbero per abbandonare l’affitto dell’ultimo miglio in rame proprio da Telecom per passare alla fibra di Metroweb. Il concetto è: Vodafone e Wind, già tra un paio d’anni, potrebbe richiedere l’unbundling non più al loro fornitore storico e “naturale” – Telecom Italia – ma a Metroweb.
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Niente detassazione premio risultato

In Wind (ma il tema riguarda tutto il mondo del lavoro), stamane le lavoratrici ed i lavoratori si sono svegliati con un’amara sorpresa tra l’altro anticipata dall’azienda qualche giorno fa,

Non c’è stata la detassazione al 10% del premio perché il Governo non ha emanato il decreto attuativo. Quindi sono state pagate le tasse per intero, proprio come coloro che per il premio dell’anno scorso avevano superato i 40.000 euro lordi annui.

Recupereremo quanto pagato in più per le tasse ? Si, se ci sarà il decreto, altrimenti abbiamo dato un altro contributo alla baracca Italia

Quando ? Di sicuro entro l’anno.

Ma quanto ho pagato di tasse ? Qui ci vuole un po’ di attenzione.

Il mese di maggio si somma stipendio e premio e quindi la tassazione non è come le altre, è già di per se un pochino più alta (a prescindere dal 10% detassato o meno)

  • Prendi la busta paga
  • Cerca la voce “Imponibile non arrotondato
  • Cerca le voci “Contributo F.A.P. 9,19” e “Contributo F.A.P. 0,30” … qualcuno ha anche la voce “FAP Aggiuntivo 1%”
  • Dividi la somma delle tre (o due) voci FAP con imponibile arrotondato ed ottieni la percentuale di INPS pagata.

I soldi all’INPS si pagano a prescindere se il premio è detassato o meno.

  • A fine busta paga c’è la voce “Dati Fiscali” in particolare “Imp.Fisc.mese”. Segnati questo importo.
  • Nell’elenco delle spese in busta paga c’è “Imposta netta (cod. 1001)
  • Esegui “Imposta netta” / “Imp.Fisc.mese” ed otterrai la percentuale di tasse che hai pagato (sia ben chiaro che include sia le tasse pagate sullo stipendio che sul premio; in una situazione di premio tassato solo al 10% (cioè detassato) il calcolo sarebbe stato diverso perché sullo stipendio non c’è alcuna detassazione.

Ma io ho pagato esageratamente di più cioè quanto calcolato in tabella è molto ma molto differente da quanto ho incassato.

Beninteso che anche il contributo al FSW ed eventualmente a Telemaco sono aumentati, con le detrazioni per figli ed eventuale coniuge diminuiti, eventuali crediti si salderanno in fase di conguaglio a dicembre.

Sulla riforma del lavoro
SLC – CGIL Sindacato Lavoratori Comunicazione
FISTel – CISL Federazione Informazione Spettacolo e Telecomunicazioni
UILCOM – UIL Unione Italiana Lavoratori della Comunicazione

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DOCUMENTO UNITARIO
su Riforma Mercato del Lavoro

La riforma messa a punto dal governo, di cui esiste traccia attraverso un documento, riduce i periodi previsti di mobilità, da tre anni ad uno in generale e da quattro ad uno per i lavoratori più anziani nel Mezzogiorno, promettendo, soprattutto in tempo di crisi, un aggravamento sensibile della condizione sociale per centinaia di migliaia di lavoratrici e di lavoratori; modifica strutturalmente quel modello misto di protezione sociale che permetteva l’accesso alla pensione attraverso lo strumento della mobilità; cancella, di fronte al giudice, la possibilità di reintegro dei lavoratori soggetti a licenziamenti economici.
Sono misure pesanti che colpiscono a vario titolo lavoratori ed imprese che determineranno un oggettivo innalzamento del conflitto in azienda in un momento in cui sarebbe necessaria invece una strategia comune in grado di contenere gli effetti della crisi.
Il governo ha deciso di andare avanti senza ricercare la mediazione e l’accordo con il sindacato svelando una posizione sostanzialmente di pregiudiziale contrasto con le OO.SS.
In questi giorni si è registrata una legittima preoccupazione tra i lavoratori di cui le RSU e le strutture unitarie territoriali si sono fatte carico, anche con iniziative per modificare le norme.

SLC/CGIL, FISTEL/CISL e UILCOM/UIL si impegnano, in rapporto con le Segreterie confederali, a sviluppare l’iniziativa unitaria nazionale per aumentare la pressione sul Parlamento e sullo stesso Governo al fine di cambiare gli aspetti più odiosi della manovra.

Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL
Roma, 29 Marzo 2012

 

Le RSU SLC-FISTEL-UILCOM Lombardia sull’art.18

L’aspetto positivo è che tutte le RSU, delle 3 sigle confederali, chiedono di riaprire il confronto su pensioni e riforma del lavoro.

SLC CGIL Sindacato lavoratori Comunicazione
FISTEL CISL Federazione Informazione Spettacolo Telecomunicazioni
UILCOM UIL Unione Italiana Lavoratori della Comunicazione
RSU Telecom Italia Lombardia

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Ordine del Giorno

Il giorno 23 Marzo si è svolto in Milano presso la Camera del Lavoro, l’attivo delle RSU e delle strutture territoriali SLC-FISTEL-UILCOM per la presentazione della bozza di piattaforma del contratto di secondo livello di Telecom Italia Spa.
Pur se convocato con un ordine del giorno specifico l’incontro ha necessariamente affrontato la questione più generale oggi al centro del confronto sociale, ovvero l’iniziativa Governativa unilaterale di riforma del mercato del lavoro, accompagnata dall’intenzione di cancellare sostanzialmente le tutele previste dall’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Alla luce anche dell’ennesimo pesante processo di ristrutturazione, e del combinato congiunto dell’innalzamento dell’età pensionabile e della modifica degli ammortizzatori sociali, la RSU di Telecom Italia della Lombardia di SLC-FISTEL-UILCOM chiede l’intervento sul governo al fine di riaprire il confronto su pensioni e mercato del lavoro e soprattutto ripristinare il reintegro per i licenziamenti illegittimi e senza giusta causa.

Milano, 23 marzo 2012

le Segreterie e le RSU Telecom Italia
SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL LOMBARDIA

Il Documento in PDF

Conferenza stampa INCA e CGIL su legge 122/2010

Dal sito di ADN KRONOS – Roma, 21 feb. (Adnkronos/Labitalia) – La legge 122 del 2010 del precedente governo, che ha eliminato la possibilita’ di trasferire gratuitamente all’Inps la contribuzione versata nei fondi esclusivi e sostitutivi, rendendo onerosa la ricongiunzione verso l’Istituto della contribuzione versata dalle lavoratrici e dai lavoratori in fondi diversi, ha “creato una situazione drammatica, con lavoratori che hanno avuto una carriera in aziende private e pubbliche diverse, e che oggi per avere la loro pensione devono pagare ulteriori oneri, oltre i contributi versati”.
Per Cgil e Inca, che oggi a Roma hanno tenuto una conferenza stampa, questa e’ una situazione che va sanata, e “non si tratta di privilegi, come ha detto il ministro Fornero”. “Sappiamo -ha detto Vera Lamonica, segretario confederale della Cgil che insieme a Cisl e Uil ha scritto al ministro Fornero per chiedere interventi – che la norma e’ stata fatta per impedire alle lavoratrici iscritte all’Inpdap di passare all’Inps. Ma la congiunzione dei contributi era gratuita perche’ le lavoratrici avevano un trattamento pensionistico inferiore all’Inps. E cosi’ adesso si colpisce indistintamente, abbiamo lavoratori e lavoratrici che si sono viste chiedere per la ricongiunzione cifre improponibili, fino a 200-300mila euro, con la ‘comoda’ possibilita’ di ‘rateizzare’ a 1.600 euro al mese”.
E’ una situazione insostenibile, secondo Morena Piccinini, presidente dell’Inca: “Si dice alle persone che per avere la pensione se la devono ‘ripagare’ dando di nuovo i contributi che hanno dato negli anni. Le persone che si trovano in questa condizione sono tante e saranno sempre di piu’. E non possiamo permettere che si parli privilegi, come ha detto il ministro Fornero in un’intervista, questa affermazione e’ destituita di ogni fondamento. E -aggiunge- non si puo’ dire che costa troppo, perche’ qui non si parla di costi ma di rimediare a delle speculazioni sulla testa della gente”.
Sindacati e patronato chiedono un confronto al ministro Fornero: “Non ci ha mai voluto incontrare su questo -ha detto Lamonica- ha parlato solo con i giornali e in commissione, vorremmo che si rendesse conto della realta’ che crea la legge”.
Il sindacato lascia aperta la strada per delle cause individuali contro la norma: “Purtroppo la class action, per la visione restrittiva in cui e’ stata impostata in Italia, non e’ praticabile in questo caso, ed e’ un peccato per il peso che la causa collettiva avrebbe potuto avere”. E il sindacato, se non avra’ le risposte giuste dal ministro Fornero: “Lavoreremo per una mobilitazione che vogliamo unitaria -spiega Lamonica- con Cisl e Uil”.

Pensioni, la legge pasticcio dei doppi contributi

(Milena Gabanelli)  tratto dal Corriere della Sera del 13-2-2012 nonchè un video esplicativo

Forse al Ministro Fornero scapperà un’altra lacrima quando dovrà mettere mano alla patata bollente ereditata dal Governo Berlusconi. Si, perché al disorientamento provocato dalla sua riforma, si aggiunge l’incubo di migliaia di lavoratori prossimi alla pensione che devono ripagare i contributi già versati. L’origine del frutto bacato risale ad una legge del 2010. Il risultato è una lunga lista di situazioni simili a quelle descritte in queste lettere: “Sono un ex dipendente della Pubblica Amministrazione: ho lavorato 22 anni in una Ausl, che versava i miei contributi all’Inpdap, poi, 15 anni fa, sono passato alle dipendenze di una azienda privata, che li ha versati all’Inps; quando chiesi la ricongiunzione, mi fu consigliato dai funzionari dell’Inps di farlo l’ultimo giorno di lavoro, perché tanto era gratuita (in effetti sul sito ufficiale dell’inps c’era scritto così fino a metà gennaio 2012 ndr).
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Ora ho scoperto, per caso, che per fare la ricongiunzione dovrò sborsare 93 mila euro, che ovviamente non ho. Quindi, se questa legge non viene modificata, mi trovo a dover rinunciare a 22 anni di contributi, o rinunciare alla liquidazione, e andare in pensione a 66 anni piuttosto che a 62 e con una pensione di 1400 euro lordi, invece di 2500. Questo dopo aver versato 43 anni di contributi!” Ancora: “Ho lavorato 31 anni presso la ragioneria del Comune e versato i contributi all’Inpdap; poi, 9 anni fa, hanno ridotto il personale e sono passata a una ditta privata, che li ha versati all’Inps. Adesso sto ultimando il 41 esimo anno di lavoro e, per fare la ricongiunzione, vogliono più di 200.000 euro; mi dicono: ’Però può pagare a rate…’, ma quali rate, visto che io dovrei andare in pensione con 1600 euro al mese!”

 Questo è il prodotto della Legge 122, “infilata” dentro ad altri provvedimenti nella Finanziaria del luglio 2010. La legge dice, in sintesi, che la ricongiunzione dall’Inpdap all’Inps, finora gratuita, perché peggiorativa, diventa onerosa. Il motivo di questa decisione nasce con l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne del pubblico impiego, da 60 a 65 anni. Ora, per i dipendenti pubblici ad erogare la pensione è l’Inpdap. Nel settore privato invece la pensione la paga l’Inps, e per l’Inps le donne hanno diritto alla pensione di vecchiaia a 60 anni. Ricordiamo che siamo nel 2010 e l’allora Ministro del welfare Sacconi deve aver pensato che le signore con qualche anno di contributo Inps volessero fare una ricongiunzione di massa e prendersi la pensione di vecchiaia in anticipo, anche se leggermente più bassa.

Per impedire questa eventualità, non è stato fatto un provvedimento ad hoc, ma la famigerata legge 122, che riguarda indiscriminatamente tutti, senza calcolare che in questi anni di privatizzazioni, migliaia di cittadini, senza cambiare scrivania, hanno cambiato datore di lavoro, passando dal “pubblico” al “privato” (dai comuni, agli elettrici, ai telefonici), e non sono loro a scegliere dove versare i contributi, perché le regole sono decise da altri. Ora a questi lavoratori, se non vogliono perdere anni di contributi già versati, l’Inps chiede di versarli una seconda volta. Per chi fa domanda di ricongiunzione, la cifra può raggiungere i 300 mila euro.

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