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TLC – ancora scontro sul rinnovo CCNL

Purtroppo in linea con il comunicato precedente, ecco un ulteriore comunicato in riferimento al rinnovo del nostro contratto nazionale, dunque valido per tutti i lavoratori e le aziende del settore TLC che vi aderiscono.

Sono state avviate le procedure di raffreddamento con un settembre che a prescindere dalle condizioni climatiche si preannuncia molto bollente.

 Si invita, nel comunicato, a sospendere “tutte le trattative inerenti le riorganizzazioni aziendali”   nonché “la

definizione di percorsi formativi finanziati procedendo a non sottoscrivere accordi sulle procedure di mobilità, sul ricorso ad ammortizzatori sociali, su progetti formativi e altre intese finalizzate a incrementare efficienze aziendali

Per quanto concerne Wind noi stiamo dialogando con l’azienda proprio sull’efficientamento e la riorganizzazione per tentare (meglio essere sempre prudenti) di evitare l’esternalizzazione di 1600 colleghe/i  e dunque il messaggio di sospensione  è in antitesi con ciò che stiamo facendo con la stessa Segreteria Nazionale.

Ovviamente condivido la finalità e lo scopo di tale messaggio, cioè fare pressing su ASSTEL e che ci sono tante altre aziende che hanno ancora “più necessità di noi di un confronto sull’ottimizzazione e riorganizzazione nonché formazione” però ai lavoratori bisogna dare messaggi che non diano adito ad incomprensioni.

Il 26 luglio sarà decisa la data per lo sciopero sul rinnovo del contratto nazionale.

Rinnovare il contratto nazionale significa soldi, recupero del potere di acquisto dei beni, significa più tutele e garanzie, insomma non è un argomento sciocco o che poco impatta sulla nostra vita lavorativa, anzi è di fondamentale importanza.

Lieta sorpresina ai terremotati da Wind

Ieri, mentre mi dimenavo tra carte e scartoffie, mi chiama mio fratello che vive in Emilia il quale esordisce a telefono congratulandosi con me e con la mia azienda.

Al mio stupore per questa sua affermazione mi ha detto che la Wind gli ha appena regalato 5 euro sul suo telefonino, in quanto impattato dal terremoto emiliano.

Non è certamente per l’importo e sono certo che anche altre aziende, altri lavoratori stiano dando gratuitamente o prestando opera ben oltre il richiesto ma questo gesto “di attenzione” della società nella quale lavoro verso chi vive in sofferenza e difficoltà mi ha dato quel pizzico di serenità, di soddisfazione.

Grazie a tutti coloro che stanno dando anima, cuore, tempo, soldi,  fisicità ed intelligenza a favore dell’Emilia.

Soldi per la detassazione

Sintetizzo l’articolo pubblicato su www.ipsoa.it.
Sulla Gazzetta Ufficiale  del 30 maggio 2012 , alla luce della proroga per il periodo dal 1° gennaio al 31 dicembre 2012 delle misure sperimentali per l’incremento della produttivita’ del lavoro, è stato definito l’importo massimo assoggettabile all’imposta sostitutiva

Si dispone l’emanazione di un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, volto a stabilire, nel rispetto del limite di 835 milioni per il 2012 e 263 milioni per l’anno 2013, l’importo massimo assoggettabile all’imposta sostitutiva prevista dall’articolo 2 del citato decreto-legge n. 93 del 2008, nonche’ il limite massimo di reddito annuo oltre il quale il titolare non puo’ usufruire della predetta tassazione sostitutiva

Tali misure trovano applicazione entro il limite di importo complessivo di 2.500 euro lordi, con esclusivo riferimento al settore privato e per i titolari di reddito di lavoro dipendente non superiore, nell’anno 2011, a 30.000 euro, al lordo delle somme assoggettate nel medesimo anno 2011 all’imposta sostitutiva di cui all’articolo 2 del citato decreto-legge n. 93 del 27 maggio 2008

In poche parole, ci hanno FOTTUTO ….. e se aggiungo la riforma del lavoro approvata con voto di fiducia, con aspetti positivi, ma anche negativi (e non secondari) ….. i ke bella jurnata J

Niente detassazione premio risultato

In Wind (ma il tema riguarda tutto il mondo del lavoro), stamane le lavoratrici ed i lavoratori si sono svegliati con un’amara sorpresa tra l’altro anticipata dall’azienda qualche giorno fa,

Non c’è stata la detassazione al 10% del premio perché il Governo non ha emanato il decreto attuativo. Quindi sono state pagate le tasse per intero, proprio come coloro che per il premio dell’anno scorso avevano superato i 40.000 euro lordi annui.

Recupereremo quanto pagato in più per le tasse ? Si, se ci sarà il decreto, altrimenti abbiamo dato un altro contributo alla baracca Italia

Quando ? Di sicuro entro l’anno.

Ma quanto ho pagato di tasse ? Qui ci vuole un po’ di attenzione.

Il mese di maggio si somma stipendio e premio e quindi la tassazione non è come le altre, è già di per se un pochino più alta (a prescindere dal 10% detassato o meno)

  • Prendi la busta paga
  • Cerca la voce “Imponibile non arrotondato
  • Cerca le voci “Contributo F.A.P. 9,19” e “Contributo F.A.P. 0,30” … qualcuno ha anche la voce “FAP Aggiuntivo 1%”
  • Dividi la somma delle tre (o due) voci FAP con imponibile arrotondato ed ottieni la percentuale di INPS pagata.

I soldi all’INPS si pagano a prescindere se il premio è detassato o meno.

  • A fine busta paga c’è la voce “Dati Fiscali” in particolare “Imp.Fisc.mese”. Segnati questo importo.
  • Nell’elenco delle spese in busta paga c’è “Imposta netta (cod. 1001)
  • Esegui “Imposta netta” / “Imp.Fisc.mese” ed otterrai la percentuale di tasse che hai pagato (sia ben chiaro che include sia le tasse pagate sullo stipendio che sul premio; in una situazione di premio tassato solo al 10% (cioè detassato) il calcolo sarebbe stato diverso perché sullo stipendio non c’è alcuna detassazione.

Ma io ho pagato esageratamente di più cioè quanto calcolato in tabella è molto ma molto differente da quanto ho incassato.

Beninteso che anche il contributo al FSW ed eventualmente a Telemaco sono aumentati, con le detrazioni per figli ed eventuale coniuge diminuiti, eventuali crediti si salderanno in fase di conguaglio a dicembre.

Fastweb: ceduta rete e call center

Il settore TLC non ha pace ed oramai le aziende, per far fronte alle difficoltà economiche ma anche per non rinunciare ai propri soldini scaricano sui dipendenti, sui lavoratori il peso di tali difficoltà.

Qui l’Accordo Fastweb con i sindacati ma di seguito anche un articolo pubblicato su Il sole 24 Ore, “il giornale dei padroni”.

http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2012-05-14/fastweb-cede-rami-azienda-121009.shtml?uuid=AbesmOcF

Fastweb cede due rami d’azienda e 700 dipendenti a Huawei e Visiant

Fastweb ha concluso l’accordo con i sindacati per la cessione di due rami di azienda a Huawei Technologies e Visiant Next. La notizia, anticipata dall’agenzia Radiocor-Il Sole 24 Ore, viene confermata dall’azienda. Riguarda circa 700 lavoratori su un totale di 3.400 dipendenti. La trattativa è stata lunga e «difficile», dicono i sindacati,  che già oggi incontreranno i lavoratori in assemblea per chiudere la riserva entro venerdì.

Nel dettaglio, il ramo destinato al colosso cinese Huawei, con circa 100 lavoratori, è «Field network & creations & operations» e «Network integration». E’ coinvolto personale di Bari, Bologna, Catania, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Sesto Fiorentino, Torino. Al gruppo italiano Visiant è destinato invece il ramo d’azienda Customer Care & Customer Base management, con circa 600 dipendenti a Bologna, Catania, Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino.

Tra le condizioni per i lavoratori, spiega Giorgio Serao della segreteria nazionale Fistel Cisl, c’è la garanzia che la commessa durerà 7 anni in un caso e 5 nell’altro. E’ inoltre stato concordato che in caso di recessione anticipata dell’appalto, cessione dell’attività o fallimento delle società che assorbono i rami d’azienda, i dipendenti debbano essere reintegrati in Fastweb.

I dipendenti, inoltre, manterranno lo stesso trattamento economico, le ferie e avranno la garanzia di lavorare entro 15 chilometri dalla sede di Fastweb. Prima che il contratto finisca, Visiant Next, che ha una delle due commesse, verrà inglobata da Visiant Contact, garantendo ai lavoratori la maggiore sicurezza legata alla diversificazione su più clienti. I passaggi, e dunque l’accordo definitivo, dovranno avvenire entro il primo luglio di quest’anno.

Wind – Premio Risultato 2011

La Commissione Premio Produzione ha diffuso stamane gli importi relativi al Premio di Risultato Wind, basato a grandi linee sulla qualità erogata nonchè sui risultati economici aziendali.

Il Premio è anche una modalità per redistribuire soldi ai lavoratori che hanno perseguito i risultati ed è basato sul livello inquadramentale; anche per il 2011 vige la tassazione al 10% per i redditi inferiori a € 40.000 lordi annui e per un importo max non superiore a 6000 euro.

La percentuale di premio ottenuta è 99,46%

Pertanto il premio lordo erogato è riportato nella tabella sottostante:

P.d.R. relativo al 2011

Livelli Premio Lordo
€ 2.273,00
4° (5 ore) € 1.421,00
4° (6 ore) € 1.705,00
€ 2.536,00
5° (5 ore) € 1.585,00
5° (6 ore) € 1.902,00
€ 3.030,00
6° (5 ore) € 1.894,00
6° (6 ore) € 2.273,00
€ 3.332,00
Q € 3.785,00

Mi sono poi divertito a fare qualche calcolo per avvicinarmi, per quanto possibile, al netto del premio

P.d.R. relativo al 2011

INPS

Livelli Premio Lordo 9.49%
€ 2.273,00  € 215,71
4° (5 ore) € 1.421,00  € 134,85
4° (6 ore) € 1.705,00  € 161,80
€ 2.536,00  € 240,67
5° (5 ore) € 1.585,00  € 150,42
5° (6 ore) € 1.902,00  € 180,50
€ 3.030,00  € 287,55
6° (5 ore) € 1.894,00  € 179,74
6° (6 ore) € 2.273,00  € 215,71
€ 3.332,00  € 316,21
Q € 3.785,00  € 359,20

Detratta la cifra per la pensione, si calcolano le tasse; c’è differenza tra chi paga al 10% (reddito lordo annuo 2011 inferiore a € 40.000) oppure la normale tassazione (che per comodità l’ho fissata al 24% ma è una stima arbitraria)

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Guardando “Inside Job”

E’ un film che parla della crisi economica che si protrae da qualche anno, col fallimento di alcune banche ma soprattutto del sistema di “deregulation” cioè senza regole, per creare finta ricchezza e che invece ha creato :

  • Speculazione
  • disoccupazione
  • danni all’ambiente
  • impoverimento economico
  • rafforzamento del potere economico su quello politico
  • lo svilimento del pubblico, grazie a politici compiacenti e “pagati” da lobby e potere economico, a favore del privato.
  • aumento del divario tra ricchi (sempre più ricchi) e classe media (sempre più povera) …. Figurarsi con i poveri 🙁

Alla fine del film ho capito che:

  • Peter Gabriel fa sempre bella musica
  • Alla fine i più poveri pagano il prezzo più alto (Strauss-Kahn)
  • I guadagni facili ed immediati  non sono mai tali e che tutto, prima o poi, ci ritornerà contro a livello collettivo e personale. L’avidità ha generato povertà.
  • Che come cittadini non valiamo nulla fintanto non ci ergiamo a protagonisti del nostro futuro, non demandando oltremodo e che siamo i primi responsabili di quanto accade e che siamo i primi a dover pretendere onestà, eticità, correttezza, rispetto mandando a casa chi ci sfrutta.
  • Ognuno faccia il proprio mestiere con dignità e professionalità e pretenda che anche gli altri lo facciano; altrimenti ci rimettiamo solo noi, i più deboli perché i più forti sapranno come difendersi.
  • 30 milioni di disoccupati (in crescita) subito ma i 50 milioni sono certi; decine di trilioni di dollari in fumo (come cacchio si scrive un trilione ?). Il mondo della Finanza ha voltato le spalle alla società, ai cittadini, ha corrotto il sistema politico.
  • Le banche non devono speculare o fare investimenti rischiosi coi soldi dei clienti  e vanno controllate. Ad un certo punto i banchieri hanno perso il limite della decenza, sentendosi onniscienti ed onnipotenti giocando sulla nostra pelle, sui nostri soldi, sul nostro futuro.
  • L’approssimazione e l’ignoranza dei politici in molti casi con evidenti  conflitti di interessi o peggio di appartenenza a banche o istituti  ha reso la crisi ancora più forte, non contrastandola fin dall’inizio.
  • Le lobby (poteri di pressione) fanno affari con destra e sinistra indifferentemente
  • A chi deve controllare non solo gli hanno ridotto i poteri facendo leggi a proprio uso e consumo, ma spessissimo hanno taciuto consapevolmente. Tanto funzionari di Stato, quanto giornalisti, quanto gli economisti, i professori universitari.
  • Fintanto sono esistiti i controlli sull’economia, il sistema pur deprecabile, ha retto. Con la deregolamentazione, le società finanziarie più grandi del mondo furono scoperte a riciclare denaro, defraudare i clienti e falsificare più volte i conti.

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Telemaco: regime fiscale

Telemaco è il fondo pensionistico complementare riservato a chi lavora nelle TLC. Essendo un fondo pensionistico complementare sotto il controllo di rappresentanti delle aziende e dei sindacati, in base alle legge attuali ed al controllo della COVIP, ha un regime fiscale particolare ovvero esistono delle agevolazioni.
Provo a sintetizzarle, rinviando eventuali approfondimenti dietro specifica vostra richiesta. Anche le aziende ricevono delle deduzioni  e sgravi fiscali ma non le tratteremo nella presente.

 Sui contributi versati
I soldi che versiamo sono deducibili dalle tasse che dobbiamo allo Stato purchè non si superino i 5164,57 annui. Questi vengono dedotti automaticamente sulle nostre buste paga.

Al fine dei 5147 euro si computano:

  • i contributi versati dal datore di lavoro;
  • versamenti effettuati alla forma pensionistica complementare in favore delle persone fiscalmente a carico  di cui all’art. 12 del T.U.I.R., limitatamente all’importo da queste non dedotto;
  • dei contributi versati dall’aderente per reintegrare anticipazioni pregresse. Sulle somme eccedenti l’importo  di euro 5.164,57 (non deducibili)  è riconosciuto un credito d’imposta pari all’imposta pagata al momento  della fruizione dell’anticipazione, proporzionalmente riferibile all’importo reintegrato.

Il TFR destinato alla forma pensionistica complementare non va dedotto dal reddito complessivo.

Rendimenti

I rendimenti presso Telemaco sono soggetti  dell’11 per cento da applicare sul risultato netto maturato in  ciascun periodo d’imposta
La base imponibile è determinata dal montante accumulato dal 1° gennaio 2007, al netto  dei redditi già assoggettati ad imposta sostitutiva annuale dell’11 per cento e degli importi dei contributi non dedotti .

Su questa base imponibile si applica una ritenuta con l’aliquota del 15 per cento, ridotta di 0,3 punti percentuali per  ogni anno eccedente il quindicesimo  anno di partecipazione a Telemaco, con un limite massimo di riduzione di 6 punti percentuali.

Se l’iscrizione è anteriore al 1° gennaio 2007, gli anni di iscrizione prima del 2007 sono computati fino ad un massimo di 15 anni.

Pertanto, decorsi 35 anni di partecipazione alla forma pensionistica complementare, l’aliquota sarà del 9 per cento.

Nel caso di prestazione in forma di rendita, i rendimenti finanziari di ciascuna rata di rendita sono assoggettati alla  fonte ad imposta sostitutiva del 12,50 %.

Riscatti ed anticipazioni

Si applica l’aliquota del 15 per cento, ridotta di 0,3 punti percentuali per ogni anno eccedente il quindicesimo anno di partecipazione alla forma pensionistica complementare.

Se l’iscrizione è anteriore al 1° gennaio 2007, gli anni di iscrizione prima del 2007 sono computati fino ad un massimo  di 15 anni

In tutte le altre fattispecie di riscatto  si applica l’aliquota del 23%

Telemaco – Documento su Regime Fiscale

Incontro Wind-OO.SS.

(dopo la fallita esternalizzazione della rete e l’intervento del Ministero dello Sviluppo Economico, con relativo “lodo” redatto il 27 gennaio 2012, ecco il primo incontro del quale relaziono sommariamente, brevemente)

Voglio solo condividere brevissimamente alcuni punti emersi nella riunione odierna dove, presso la sede dell’Unione Industriale di Roma, si sono riunite l’azienda Wind e le OO.SS. assieme al coordinamento nazionale RSU Wind.

Evito di riportarvi tutta la cronostoria degli interventi che sintetizzo  riferendovi che i sindacati hanno sottolineato la disponibilità al confronto, ma che sia  chiaro, trasparente, condiviso e non melina, non una perdita di tempo e soprattutto di ritirare definitivamente l’esternalizzazione. E che le soluzioni una tantum, specie economiche, non servono, come non serve pensare che  diminuire il reddito, i soldi dei lavoratori possa essere una soluzione.

L’azienda ha esposto le sue motivazioni sullo studio , che non era una scorciatoia ma un modo per rispondere alle difficoltà del mercato nonché a quelle aziendali.

Comunque, dopo queste che definisco schermaglie, c’è stato l’intervento di S. Bianchi (Technology Organization) che ha esposto l’attuale struttura del mondo network nonché una panoramica sul mercato

Sull’esternalizzazione, in aggiunta, HR ha semplicemente precisato che riguardava solo network operations e dunque circa 1600 lavoratori.

Ciò detto, si è deciso di lavorare a 360° gradi, in tutti i settori per trovare nuove ottimizzazioni dei processi e di utilizzare, magari ampliandole, le commissioni azienda-sindacato per un confronto sul merito, nella pratica.

Probabile il primo incontro per martedì p.v.

Pensioni, la legge pasticcio dei doppi contributi

(Milena Gabanelli)  tratto dal Corriere della Sera del 13-2-2012 nonchè un video esplicativo

Forse al Ministro Fornero scapperà un’altra lacrima quando dovrà mettere mano alla patata bollente ereditata dal Governo Berlusconi. Si, perché al disorientamento provocato dalla sua riforma, si aggiunge l’incubo di migliaia di lavoratori prossimi alla pensione che devono ripagare i contributi già versati. L’origine del frutto bacato risale ad una legge del 2010. Il risultato è una lunga lista di situazioni simili a quelle descritte in queste lettere: “Sono un ex dipendente della Pubblica Amministrazione: ho lavorato 22 anni in una Ausl, che versava i miei contributi all’Inpdap, poi, 15 anni fa, sono passato alle dipendenze di una azienda privata, che li ha versati all’Inps; quando chiesi la ricongiunzione, mi fu consigliato dai funzionari dell’Inps di farlo l’ultimo giorno di lavoro, perché tanto era gratuita (in effetti sul sito ufficiale dell’inps c’era scritto così fino a metà gennaio 2012 ndr).
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=bqzTVn4EErE[/youtube]
Ora ho scoperto, per caso, che per fare la ricongiunzione dovrò sborsare 93 mila euro, che ovviamente non ho. Quindi, se questa legge non viene modificata, mi trovo a dover rinunciare a 22 anni di contributi, o rinunciare alla liquidazione, e andare in pensione a 66 anni piuttosto che a 62 e con una pensione di 1400 euro lordi, invece di 2500. Questo dopo aver versato 43 anni di contributi!” Ancora: “Ho lavorato 31 anni presso la ragioneria del Comune e versato i contributi all’Inpdap; poi, 9 anni fa, hanno ridotto il personale e sono passata a una ditta privata, che li ha versati all’Inps. Adesso sto ultimando il 41 esimo anno di lavoro e, per fare la ricongiunzione, vogliono più di 200.000 euro; mi dicono: ’Però può pagare a rate…’, ma quali rate, visto che io dovrei andare in pensione con 1600 euro al mese!”

 Questo è il prodotto della Legge 122, “infilata” dentro ad altri provvedimenti nella Finanziaria del luglio 2010. La legge dice, in sintesi, che la ricongiunzione dall’Inpdap all’Inps, finora gratuita, perché peggiorativa, diventa onerosa. Il motivo di questa decisione nasce con l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne del pubblico impiego, da 60 a 65 anni. Ora, per i dipendenti pubblici ad erogare la pensione è l’Inpdap. Nel settore privato invece la pensione la paga l’Inps, e per l’Inps le donne hanno diritto alla pensione di vecchiaia a 60 anni. Ricordiamo che siamo nel 2010 e l’allora Ministro del welfare Sacconi deve aver pensato che le signore con qualche anno di contributo Inps volessero fare una ricongiunzione di massa e prendersi la pensione di vecchiaia in anticipo, anche se leggermente più bassa.

Per impedire questa eventualità, non è stato fatto un provvedimento ad hoc, ma la famigerata legge 122, che riguarda indiscriminatamente tutti, senza calcolare che in questi anni di privatizzazioni, migliaia di cittadini, senza cambiare scrivania, hanno cambiato datore di lavoro, passando dal “pubblico” al “privato” (dai comuni, agli elettrici, ai telefonici), e non sono loro a scegliere dove versare i contributi, perché le regole sono decise da altri. Ora a questi lavoratori, se non vogliono perdere anni di contributi già versati, l’Inps chiede di versarli una seconda volta. Per chi fa domanda di ricongiunzione, la cifra può raggiungere i 300 mila euro.

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